Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cesare
|
De bello civili II,36
|
|
originale
|
|
[36] Postero die Curio obsidere Uticam et vallo circummunire instituit. Erat in oppido multitudo insolens belli diuturnitate otii, Uticenses pro quibusdam Caesaris in se beneficiis illi amicissimi, conventus is, qui ex variis generibus constaret, terror ex superioribus proeliis magnus. Itaque de deditione omnes palam loquebantur et cum P. Attio agebant, ne sua pertinacia omnium fortunas perturbari vellet. Haec cum agerentur, nuntii praemissi ab rege Iuba venerunt, qui ilium adesse cum magnis copiis dicerent et de custodia ac defensione urbis hortarentur. Quac res eorum perterritos animos confirmavit.
|
|
traduzione
|
|
Il giorno successivo Curione intraprende l'assedio di Utica e il suo accerchiamento con un vallo. Vi era nella citt? una moltitudine non avvezza alla guerra, per il lungo periodo di pace; gli Uticensi grazie ad alcuni benefici ricevuti da Cesare gli erano molto favorevoli; la colonia di cittadini romani era formata da varie classi; grande era il terrore che avevano prodotto le battaglie precedenti. E cos? gi? tutti parlavano apertamente di resa e trattavano con P. Azzio perch? con la sua ostinazione non volesse mettere in pericolo la sorte di tutti. Durante queste trattative, giunsero ambasciatori mandati dal re Giuba per annunciare che egli era vicino con grandi truppe e per esortarli a custodire e difendere la citt?. Questa notizia confort? il loro animo sconvolto.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|